| |||||||||||||||||||||||||||||||
|
P. 20/03/2002-l'analisi della componente atmosfera è stata condotta all'interno di un corridoio di ampiezza massima 200 m dai due lati del tracciato. -Sono stati analizzati i parametri microclimatici che influiscono maggiormente sulla diffusione degli inquinanti (velocità e direzione del vento, classi di stabilità atmosferica, irraggiamento solare, temperatura, precipitazioni, umidità relativa, altezza dello strato di rimescolamento) e le frequenze di manifestazione dei fenomeni meteorologici (condizioni meteorologiche prevalenti e peggiori). - Sono state inoltre analizzate le caratteristiche fisiche del sistema insediativo, la sensibilità ambientale dell'area attraversata dal tracciato dell'autostrada, le caratteristiche delle sorgenti di emissione e le informazioni disponibili sulla qualità dell'aria. - Le simulazioni numeriche dei processi di diffusione degli inquinanti emessi dai veicoli in transito sull'autostrada sono state svolte con il modello Caline4 considerando le previsioni di traffico all'orizzonte temporale 2010. Alla valutazione previsionale dell'impatto sulla qualità dell'aria derivante dalle opere in progetto, è seguita la verifica del rispetto degli standard stabiliti in sede nazionale. La previsione delle concentrazioni future degli inquinanti è stata affrontata con modelli gaussiani, considerando come indicatori priori- -i risultati delle simulazioni mostrano che le concentrazioni post operam in condizioni prevalenti sono sempre conformi agli standard di qualità dell'aria, mentre in condizioni sfavorevoli in un ricettore possono verificarsi superamenti dei valori limite per gli ossidi di azoto; -secondo quanto disposto dalla direttiva europea 1999/30/CE del 22 aprile 1999, tra gli obiettivi di qualità dell'aria deve essere presa in considerazione la "protezione degli ecosistemi dagli effetti negativi del biossido di zolfo" e la "protezione della vegetazione dagli effetti negativi degli ossidi di azoto". In considerazione della qualità degli ecosistemi, in particolare forestali, di gran parte delle aree attraversate dalla strada, si ritiene necessaria la verifica del rispetto dei valori limite citati, indicati rispettivamente negli allegati I e II della direttiva; - per quanto riguarda la componente rumore è stata condotta una campagna di monitoraggio fonometrico al fine di caratterizzare la rumorosità attuale nell'area, selezionando postazioni di monitoraggio "fisse" e postazioni "mobili". -Presso la postazione fissa il monitoraggio è stato condotto in continuo per 24 ore con restituzione dello spettro del livello di pressione sonora in bande di 1/3 ottava nel dominio di frequenza 20\div 20.000 Hz ad intervalli di un minuto. -Presso le postazioni mobili è stato condotto un monitoraggio discontinuo, costituito da campionamenti di 10 minuti, almeno uno nel periodo diurno ed uno nel periodo notturno, con restituzione dei principali indicatori acustici ponderati. - Tali postazioni hanno consentito di ottimizzare la taratura del modello previsionale, di documentare puntualmente lo stato acustico attuale dei luoghi e evidenziare eventuali criticità acustiche. I risultati delle indagini mostrano valori previsti di pressione sonora entro i limiti di riferimento ad eccezione di alcune aree nel comune di Scilla a ridosso dell'autostrada dove nonostante l'utilizzo delle tecniche di abbattimento, rimangono critiche le condizioni di alcuni ricettori per i quali sono necessari ulteriori interventi di bonifica. Le incompatibilità di tipo acustico rimangono anche nelle due zone abitate di Gallico superiore e di Archi contrada Carmine. Le abitazioni sono ubicate a ridosso dell'autostrada e anche l'utilizzo di tecniche di abbattimento non riesce a compensare il valore elevato di livello sonoro equivalente. Sebbene alcune modifiche del progetto contribuiscono alla diminuzione del rumore, quali le variazioni di quota di alcuni viadotti lungo il tratto e il nuovo progetto delle gallerie, nonchè l'introduzione di asfalto fonoassorbente, permangano incompatibilità di tipo acustico. È stata pertanto valutata la sensibilità dei ricettori, civili abitazioni, e verificata la fattibilità tecnica di ulteriori mitigazioni dell'impatto con opere più consistenti, per i limitati scostamenti dalla norma. -Valutato che: l'intervento è coerente con la pianificazione di settore. Il progetto risulta, infatti, coerente con gli strumenti di pianificazione territoriale e paesistica di riferimento. -I piani esaminati contengono spesso un'esplicita raccomandazione che tale adeguamento sia posto come una priorità per recare riequilibrio e sviluppo sul territorio confermando totalmente la direzione delle azioni intraprese. Il progetto di adeguamento non muta la relazione ormai consolidata tra l'autostrada e gli ambiti di tutela. Nelle zone interessate dal vincolo paesistico il tracciato si sviluppa quasi interamente in galleria e in viadotto; -la riduzione notevole dei viadotti e la sostituzione di quelli esistenti non introduce conflitti col vincolo poichè modifica positivamente l'assetto esistente. Il tracciato non interessa direttamente il perimetro del SIC "Costa Viola e Monte S. Elia", sebbene attraversi l'area vasta dei versanti costieri della Costa Viola; -nei confronti delle previsioni dei piani urbanistici non risultano conflitti emergenti, talvolta nemmeno contatti, posto che il tracciato dei lotti è largamente periferico ai nuclei abitati. - Nel caso che la relazione sia di contiguità non si presentano interferenze significative poichè le previsioni di tracciato non contemplano varianti di rilievo; - l'adozione di varianti planimetriche in galleria ha consentito di evitare notevoli incisioni sui versanti che inevitabilmente avrebbero prodotto impatti rilevanti. Inoltre le soluzioni progettuali adottate hanno consentito di ridurre l'ingombro dei viadotti previsti, sia in altezza che in lunghezza. -Ulteriori possibilità di miglioramento del tracciato, sia con riferimento agli aspetti funzionali sia ambientali, sono emersi nel corso dell'istruttoria. Valga come esempio il tratto in corrispondenza di Scilla, dove si riduce alle minime dimensioni possibili il viadotto Costaviola, ricorrendo, appunto ad una variante planimetrica in galleria; -nella individuazione delle aree di cantiere sono stati minimizzati gli impatti sul territorio e, ad eccezione delle inevitabili installazioni agli imbocchi delle gallerie, è stata privilegiata la scelta di aree facilmente raggiungibili attraverso la viabilità locale, riducendo al minimo la realizzazione di nuova viabi- - Nelle aree di cantiere è prevista l'installazione dei necessari impianti per la protezione dei corsi d'acqua e delle falde dagli scarichi provenienti dalle attività legate alle varie fasi di lavorazione o da reflui urbani. In particolare saranno adottati i necessari accorgimenti per il contenimento dell'inquinamento dovuto ai getti di calcestruzzo; -idonee misure sono state anche indicate per minimizzare l'inquinamento acustico ed atmosferico. Il progetto prevede, infine, il ripristino delle aree di cantiere al termine delle lavorazioni. - I criteri di localizzazione, gestione, mitigazione e ripristino previsti rispondono alle necessità di salvaguardia dell'ambiente naturale presente nell'area di influenza del progetto; -per tutto il tracciato in esame è stato effettuato un computo della movimentazione di materiale, tenendo conto del bilancio delle terre, del fabbisogno di inerti e della demolizione di murature e conglomerati bituminosi. Dall'analisi sul bilancio delle terre risulta che, nonostante parte del materiale proveniente dagli scavi possa essere riutilizzato, circa 4.940.000 m3 dovranno essere collocati in discarica. Di questi, il volume di materiali idonei per lavorazioni edili è pari a 2.208.733 m3 mentre il volume dei materiali scadenti è di 2.731.452 m3. - Risulta inoltre che potranno essere allocati nelle gallerie da dismettere, e quindi in discarica, circa 437.000 m3 di materiale proveniente dalle demolizioni di calcestruzzi e murature. - Circa 1.866.000 m3 di inerti pregiati, non recuperabili dagli scavi dei lavori relativi ai singoli lotti, dovranno essere reperiti nelle cave di prestito. La metà del materiale necessario per la realizzazione delle pavimentazioni stradali sarà recuperato dalle demolizioni di quelle esistenti; -la quota rimanente, pari a circa 111.000 m3 dovrà essere reperito nelle cave di prestito; - lo studio di impatto ambientale ha individuato 10 cave, descrivendone le caratteristiche e l'ubicazione, senza comunque indicarne le capacità estrattive. - Sono state individuate anche 15 possibili aree di discarica, descrivendone l'ubicazione, le caratteristiche, l'attuale uso del suolo, la distanza dai lotti da realizzare, la superficie e la capacità di deposito stimata, di ognuna inoltre è stata fornita documentazione fotografica. - La regione Calabria non si è dotata di una Legge espressamente dedicata alla pianificazione e regolamentazione dell'attività estrattiva. Le cave vengono autorizzate ai sensi dell'art. 24 del Decreto del Presidente della Repubblica 9 aprile 1959, n. 128, così come modificato dall'art. 20 del Decreto- Legge n. 624/1996, previo ottenimento dei nulla osta a fini paesaggistici, ambientali ed urbanistici ottenuti sulla base del progetto di coltivazione e recupero ambientale presentato. Il piano di coltivazione, che nella regione Calabria si allega alla richiesta di autorizzazione alla apertura di nuovi siti di cave, non contiene alcuna informazione sui quantitativi di materiale estraibile da un sito ma si limita alla definizione delle modalità di lavorazione della cava e fornisce delle indicazioni sulle tipologie di ripristino. Non è pievista una misurazione periodica dei fronti di cava e quindi non è dato sapere quale è l'effettiva capacità di produzione e quali sono i volumi estratti. - Pertanto, ove il materiale dovesse essere reperito ampliando i siti di cava attualmente autorizzati o prevedendo l'apertura di nuove cave, si ritiene necessaria una valutazione delle eventuali richieste che prenda in esame, oltre alle modalità di coltivazione e di ripristino, le caratteristiche geologiche, geomorfologiche, geotecniche, idrogeologiche, vegetazionali e paesaggistiche del luogo di intervento ed un progetto dettagliato di coltivazione che stabilisca le volumetrie estraibili; - i presidi e le misure di prevenzione individuate nello studio di impatto ambientale per ridurre l'impatto sulla qualità delle acque superficiali sono sufficientemente dimensionati e distribuiti in modo adeguato per garantire i ricettori idrici dal rischio di inquinamento. L'introduzione di tale misura costituisce anche un sostanziale miglioramento rispetto alla situazione presente, per quanto riguarda il rischio di inquinamento delle acque, data la mancanza attualmente di qualsiasi opera di prevenzione; -la riduzione dei viadotti e l'introduzione di una tipologia a arco ridurranno notevolmente il numero delle pile in alveo, tuttavia è opportuno, anche per evitare la realizzazione di opere di protezione che stravolgerebbero l'assetto dell'alveo, che non siano posizionate le pile dei viadotti negli alvei attivi dei torrenti attraversati. Nel caso di attraversamento delle fiumare l'impatto è invece da considerarsi limitato in quanto, trattandosi di allagamenti in sede dei ponti attuali, le nuove pile saranno affiancate e allineate con le esistenti; - le criticità del tracciato in relazione alla franosità o erodobilità dei litotipi attraversati appaiono limitate e circoscritte ad ambiti localizzati. Sono pertanto fattibili interventi di consolidamento e protezione con caratteristiche in grado di contenere i fenomeni messi in evidenza. Gli interventi previsti, consistenti nella stabilizzazione dei versanti con ripristino morfologico e -le previste opere di raccolta per lo sversamento accidentale a protezione del reticolo superficiale, così come dimensionate e distribuite, costituiscono un presidio di sicurezza sufficiente anche nel caso degli acquiferi sotterranei; |
|
Normativa Italiana | Privacy, Disclaimer, © | Contact |
2008-2011©
|